C'era una volta la Spending Review

Secondo la relazione annuale del commissario straordinario alla revisione della spesa pubblica Yoram Gutgeld, nel 2017 sono stati risparmiati quasi 30 miliardi di euro come effetto del taglio sui conti iniziato nel 2014. Non solo, per il 2018 sarebbero previsti altri tagli per 31,5 miliardi.

Un risultato davvero rimarchevole. Per certi versi, stupefacente. Tanto da far titolare addirittura il Financial Times che l’Italia taglierà la sua spesa pubblica per oltre 60 miliardi in due anni.

Peccato però che il dato non sia affatto corretto, così come non lo sono tutte le dichiarazioni che, al riguardo, parlano genericamente di “tagli” senza ulteriori specificazioni. Come riconosce infatti lo stesso Gutgeld, i risparmi che si sono ottenuti non si traducono automaticamente in minore spesa.

Cosa vuol dire? Semplice, i 30 miliardi in effetti non sono stati “tagliati” ma semplicemente spostati da una voce di bilancio all’altra. In altre parole, sono stati “risparmiati” da una parte per essere spesi dall’altra. Probabilmente, c’è da augurarselo, è stato fatto un uso migliore delle risorse rispetto al passato. Ma, questo è sicuro, ciò non ha comportato affatto una minore spesa di 30 miliardi.

D’altro canto basta leggere il DEF 2017. Dagli 825,4 miliardi di uscite pubbliche del 2014 si è passati a 830,1 nel 2015, per arrivare a 829,3 nel 2016. Per il 2017, la previsione è di un totale di 826,9 miliardi. Come dire che, se questa previsione si avverasse, la riduzione effettiva sarebbe di soli 2,4 miliardi sull’anno precedente ed addirittura inesistente (anzi vi sarebbe un aumento) rispetto al totale della spesa del 2014.

Gran parte del risultato annunciato dipende poi dalla collocazione del famoso bonus degli 80 euro. In accordo con le regole di bilancio europee, il peso di questa misura (circa una dozzina di miliardi l’anno) viene conteggiato come spesa pubblica. Per il MEF invece, si tratta di una riduzione delle tasse. Per questo vengono tolti dalla spesa pubblica e si considerano in qualche modo “risparmiati”. Ma certamente non “tagliati”.

Conclusioni. Probabilmente sono stati “mossi” circa 30 miliardi in questi anni. Ma semplicemente da un capitolo di spesa all’altro. E la parte più consistente di questi proviene da una mera operazione contabile che riguarda il modo con cui viene classificato il bonus degli 80 euro. In sostanza quindi, dati alla mano, anche in questi anni veri e propri “tagli” significativi della spesa pubblica non ve ne sono stati.

 

Claudio Siciliotti
@csiciliotti
@claudio.siciliotti

08/07/2017 Il Messaggero Veneto